Fondazione - ChiesaDeiCappuccini

Chiesa dei Cappuccini di Prato
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Al M. R. P. GIOV. GUALBERTO da FIRENZE
 
MINISTRO PROVINCIALE DEI CAPPUCCINI DI TOSCANA
CHE SAGGIAMENTE VOLLE LA COSTRUZIONIE DELLA NUOVA CHIESA
E STRENUAMENTE NE PORTÒ A COMPIMENTO I LAVORI
AI BENEMERITI
 
Padri FRANCESCO da SEGGIANO e DIEGO da FRASSINETO
 
CHE IL LORO APOSTOLATO DI FEDE
 
CONSACRARONO VOLENTEROSI NEL NORD-AMERICA
ALL' EREZIONE DEL NUOVO TEMPIO
I FRATELLI E LE SORELLE DEL TERZ' ORDINE
ASSIEME AL LORO AMATO DIRETTORE
QUEST'UMILE LAVORO
CON ANIMO RIVERENTE E GRATO
DEDICANO


 
 
 

Scopo della nuova Chiesa
 
Esso è sinteticamente, ma chiaramente espresso nella seguente Circolare.
 
Stimatissimo Signore,
 
Sostituire all'attuale Oratorio — che diverrà Oratorio del Terz' Ordine Francescano — una chiesa più ampia, nella quale con maggiore comodità nostra e con maggiore profitto spirituale dei fedeli potessimo esercitare il nostro sacro ministero, era per noi Cappuccini una vera necessità, già da tempo riconosciuta, ma non potuta soddisfare fino ad oggi.
 
Un'occasione molto propizia ad attuare il nostro intento ci è parsa quella della fausta ricorrenza, in cui il mondo intero, ma particolarmente Italia nostra, da Sua Maestà il Re nostro e dal meraviglioso suo Duce al più umile figlio del popolo, festeggia il 7° Centenario del Serafino di Assisi, e del 4° Centenario (1928) dell'approvazione pontificia dell'Ordine Cappuccino, di questo ramo vigoroso del verde Albero Francescano.
 
Cosi la erigenda Chiesa, cominciata prima che si chiudano le feste Francescane e ultimata nel 4° Centenario dell'Ordine nostro, rimarrà quale monumento perenne delle due gloriose ricorrenze non che quale nuovo ornamento della città di Prato, e quale solenne riprova dell'affetto dei cittadini pratesi al Patriarca dei poveri e agli umili suoi figli.
 
Nell'ardua impresa ci affidiamo con intera fede Francescana alla Divina Provvidenza ed alla cristiana generosità di tutti i Pratesi, i quali ancora una volta daranno prova del loro gran cuore.
 
Per questo — a nome dei miei Superiori, i quali si sono degnati affidarmi questo incarico — ricorro alla ben nota Sua munificenza e sono certo che vorrà contribuire largamente. Noi Cappuccini terremo sempre presenti nelle nostre orazioni tutti i nostri buoni benefattori ed una volta la settimana applicheremo per loro anche una Santa Messa.
 
Iddio e S. Francesco benediranno alla sua carità.
 
Con distinta stima e con grato animo mi professo di Lei Dev.mo Obbl.mo
 
 
P. ANGELO Da Casteldelpiano Cappuccino
 
Direttore del T. O. F.
 
  
 

I lavori
 
Con la più retta, con la più santa intenzione pertanto s' intrapresero i lavori e possiamo affermare che il bel Tempio è sorto come d' incanto. Sotto la direzione dell'esimio Arch. Prof. Adelio Colzi, nostro concittadino, da una squadra numerosa d' infaticabili lavoratori dell'Impresa Alberto Bardazzi, nostro egregio concittadino anch'esso, l' 8 Aprile 1927 si cominciarono le fondazioni finché il 1° Maggio alla presenza di distinte personalità e di gran moltitudine di popolo festante, dal M. R. P. Giov. Gualberto da Firenze, Ministro Provinciale si compi la solenne cerimonia della Benedizione della prima pietra, cerimonia illustrata eloquentemente dal celebre Oratore Cappuccino, P. Felice da Porretta.
 
Da quel giorno, superando difficoltà non lievi e non poche, i lavori proseguirono così alacremente che dopo soli otto mesi e proprio la vigilia del S. Natale la Bandiera Nazionale sventolava sul culmine del grandioso edificio ad annunziare che il nuovo Tempio era ornai coperto e sicuro da qualunque intemperie, in attesa delle sue rifinizioni ed abbellimenti, che si compirono essi pure sollecitamente, nello spazio di soli sei mesi.
 
  
 

La nuova Chiesa
 
E qui cediamo la penna ad un illustre nostro concittadino, al Gr. Uff. Avv. Angiolo Badiani, Ispettore onorario dei monumenti, il quale così ha descritto l'artistica ed elegante costruzione.
 
«La ricorrenza del centenario francescano e del centenario della fondazione dell'Ordine dettero ai Cappuccini di Prato il motivo per la costruzione della nuova Chiesa che aprirà domenica prossima la sua porta ai fedeli. L'architetto concittadino Adelio Colzi ha ideato e diretto la costruzione curandone ogni particolare di architettura e di decorazione, adattando l'una e l'altra al soggetto ed alla Regola, specialmente nell' interno, ove le rigide norme dell'Ordine dei Cappuccini non ammettono deroghe né licenze di sorta. Il resultato è stato pari al compito e al proposito del nostro egregio concittadino che può ascrivere a suo titolo di onore di essere qui a Prato il primo architetto che abbia costruito una Chiesa, poiché tra gli antichi nostri edifici illustri nessuno appartiene ad architetti pratesi, sì che dobbiamo in questa occasione riconoscere una nuova affermazione artistica locale di non dubbia importanza.
 
L'appartenenza della nuova Chiesa ad un Ordine francescano e il fatto che la costruzione di essa traeva motivo da importanti anniversari francescani hanno indotto l'architetto a non allontanarsi dallo stile del tempo in cui S. Francesco visse ed operò ed in cui vissero ed operarono i suoi primi discepoli. Fissati adunque nei limiti del sec. XIII e XIV lo stile e l'andamento generale dell'opera toscana che veniva perciò ad assumere necessariamente uno spiccato carattere romanico, anche la scelta del materiale non poteva cadere che sul mattone, elemento fondamentale delle chiese francescane costruite in Toscana mentre ancora regnava l'eco della predicazione del Poverello d'Assisi e dei suoi primi discepoli.
 
L'architetto Colzi, gettata così la trama del suo lavoro, ha fatto riferimento a vari elementi locali per la decorazione esterna traendo dal Palazzo Pretorio, dalle Chiese di S. Francesco e di S. Domenico, dal vetusto oratorio di S. Bartolomeo a Via Cava, con qualche opportuna aggiunta e modificazione, le cornici, le sagome, le ornamentazioni esterne del tempio, alla cui facciata basilicale (egregiamente edificata dallo specialista Giuseppe Lenzi ndr) ha aggiunto un portico elegante ad unica spiovenza sul fronte, limitato alla parte centrale della facciata e combinato, nelle spiovenze laterali sullo spigolo della facciata stessa, alle spiovenze delle navi di fianco. L'effetto di questo portico, che costituisce una assoluta nuovità nell'ambiente dell'architettura chiesastica pratese, è notevolissimo e ad esso contribuisce assai l'alzata che l'architetto ha dato alla intiera mole cui si accede da una gradinata centrale.
 
Abbiamo quindi nell' insieme un edificio simpatico ed elegante, sincero nella forma e nella sostanza poiché nulla viene ad alterare la elegante semplicità del mattone, adoperato in ogni particolare dell'edificio. Solo due stemmi di pietra, lo stemma dell'Ordine e quello del centenario francescano, campeggiano ai lati del rosone centrale: le finestrelle di facciata e la lunetta della porta saranno prossimamente occupate con bassorilievi di terra invetriata della fornace Chini di Borgo S. Lorenzo e daranno alla facciata stessa nuovo risalto.
 
Nell' interno la Chiesa conserva la sua naturale semplicità coi muri bianchi a calcina, il soffitto policromo a caprate visibili, l'arco di trionfo, le finestre e gli archi delle cappelle laterali decorati a mattoni. Ma le torciere e le lampade in ferro battuto della ditta Fratelli Gini aggiungono all'ambiente una nota di fine e rara eleganza: i confessionali della ditta Gino Bertini, in legno scuro appena ravvivato da una decorazione di legno bianco che rappresenta la fune del saio cappuccinesco, abbelliscono la nave centrale mentre nelle cappelle i tabernacoli di Roberto Galeotti, che ha pure costruito il trittico dell'altar maggiore, sempre in legname scuro con rapporti di legno bianco, danno alla Chiesa il carattere cappuccinesco confermato anche dai candelieri di legno prescritti dalla Regola. La ditta Chilleri ha fornito l'altare maggiore in pietra e il Ciborio in marmo lavorato a intarsio: la decorazione murale è opera di Giulio Bartolozzi. Dalle vetrate laterali della ditta Fratelli Chini di Borgo S. Lorenzo e dall'occhio centrale di facciata, dono del Comune di Prato, costruito pure dalla stessa ditta, la luce penetra discretamente; con temperanza, su questo quieto ambiente che invita al raccoglimento.
 
Sull'altare maggiore al disotto di un ricco frontale centinato che protegge il monogramma della Beata Vergine i Cappuccini hanno voluto dar luogo alla antica immagine della Madonna dell' Erta, esistente già nell'antico oratorio e dal Cav. Benini di Firenze opportunamente restaurato e racchiusa in telaio di legno. È una piccola cosa assai graziosa che ricorda l'arte di Bettino da Prato (sec. XIV); ai lati di essa la pittrice pratese signorina Ofelia Vannucchi ha posto, a compimento del trittico, due suoi graziosi lavori e cioè S. Giuseppe patriarca e S. Giuseppe da Leonessa intonando assai bene le due figure a quella centrale.
 
L’impianto elettrico è stato curato dalla ditta Guido Bertini, i lavori in cemento armato dalla ditta Poggi e Gaudenzi di Firenze, la costruzione muraria dalla ditta Alberto Bardazzi, che ha seguito questa sua creatura fin dal suo sorgere con grande affetto e passione, la pietra artificiale dello zoccolo esterno dalla ditta Anselmo Chini, l'antico coro in legno di castagno è stato bene restaurato dalla ditta Ubaldo Mochi di Tavola. I lavori di conduttura di scarico delle acque piovane sono stati compiuti dalla ditta Luigi Mazzoni.
 
Con questo siamo giunti alla fine di questa sommaria rassegna illustrativa di un'opera assai grande compiuta in breve tempo da artisti concittadini a capo dei quali fu guida sicura l'arch. Adelio Colzi. Ci congratuliamo vivamente con Lui e con tutti i suoi collaboratori per questa opera che costituisce, come abbiamo già detto, la prima affermazione pratese di arte chiesastica, che potrà anche dar argomento a rilievi di varia importanza favorevoli o contrari, ma che nell' insieme può considerarsi come un ottimo e lusinghiero successo dovuto alla iniziativa dell'Ordine dei Cappuccini e all'opera del giovane ed esperto architetto concittadino.
 
Seguiranno le feste inaugurali dopo di che la quiete tradizionale della località tornerà a regnare presso alla nuova Chiesa fino a che l'espansione edilizia non la circonderà con le sue fabbriche e col suo rumore di vita. Sia lecito almeno sperare che all'augusta piazzetta attuale venga sostituito un ambiente più vasto sì che sia possibile la visione della nuova Chiesa nello sfondo tradizionale della selva dei cipressi e dei lecci che fu per tanto tempo caratteristico paesaggio pratese e che darebbe anche alla nuova costruzione la sua conveniente ed anzi necessaria cornice».
 
  
 

Preparazione dei festeggiamenti d'inaugurazione
 
Un'opera sì santa e bella non poteva non esser coronata da solenni festeggiamenti e dal più schietto entusiasmo del nostro buon popolo, appassionato stimatore di tutte le nobili iniziative. Leggeremo più sotto ciò che fu scritto di quei giorni indimenticabili.
 
I festeggiamenti venivano annunziati dal seguente manifesto:
 
Cittadini!
 
Il voto di gran parte della Cittadinanza Pratese, auspicante che all'angusto Oratorio dei RR. PP. Cappuccini si sostituisse un più capace e decoroso Tempio; che sulle invitanti e solatie pendici dei nostri colli sorgesse un monumento di fede e di arte, è già felicemente attuato!
 
L'adempimento di esso si deve al generoso proposito dei Padri Cappuccini di celebrare durevolmente il
 
Settimo Centenario
 
della morte del più Santo degli Italiani (1226-1926), cui in beneauspicante successione tien dietro il 3 Luglio del corrente anno il
 
Quarto Centenario
 
(1528-1928) dell'approvazione Pontificia del benefico e glorioso Ordine Cappuccino,
Il giorno 1°Luglio p. v. il nuovo Tempio, che ci riporta alla pura arte trecentesca, sarà solennemente inaugurato.
 
Perché la festa riesca degna delle secolari benemerenze dei Padri Cappuccini verso la nostra diletta Città, e del nobile intento che ha ispirato la costruzione della Chiesa, si è costituito il sottoscritto Comitato ardinatore e promotore dei festeggiamenti, il cui ordine verrà reso noto con altro manifesto.
 
Il Comitato confida di trovare nella cortese Cittadinanza quel generoso consenso e quella fervida collaborazione, con cui Essa ha fin dall' inizio assecondato l'attuazione della bella e santa impresa.
 
Che ogni cuore intenda questo nostro appello, e che una nobile gara di contributi sorga perché i festeggiamenti riescano degni della nostra Prato.
 
Prato, 12 Giugno 1928.

Comitato d' Onore
 
S. E. Mons. Gabriele Vettori Vescovo di Prato e Pistoia, S. E. Mons. Riccardo Carlesi Vescovo di Cortona, Comm. Prof. Alfredo Guarducci Podestà di Prato, Gr. Uff. Avv. Angiolo Badiani Presidente Commissione Reale della Provincia, Avv. Rodolfo del Lucchese Segretario P. N. F., Mons. Dott. Eugenio Fantaccini Vicario Generale della Diocesi di Prato, Padre Provinciale dei Cappuccini, Cav. Giovanni Querci, Cav. Uff. F. Magni, Cav. Avv. Ascanio Mele Giudice R. Pretura, Cav. Uff. Dott. Adolfo Buccarelli Commissario Capo di Pubblica Sicurezza, Comandante Compagnia dei RR. Carabinieri, Senior Avv. Gaspero Barbera Comandante la Coorte Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, Padre Guardiano dei Cappuccini, Generale Riccardo Nannicini per l'Associazione del Nastro Azzurro, Cav. Gennaro Mungai per l'Associazione Mutilati, Magg. Ing. Carlo Poggi Pollini per i Combattenti, Dott. Cav. Arturo Massai per i Volontari di Guerra, Cav. Ciro Cavaciocchi Presidente Ass. Ind. e Comm. Arte della Lana, Rag. Gino Bachini Ispettore Sindacati Fascisti, Cav. Avv. Guido Perini Segretario Generale Unione Industriale Fascista di Prato, Sindacato della Stampa, Dott. Francesco Franchi e Cav. Guido Magnolfi per l' O. N. D., Cav. Avv. Giuseppe Rigoli per l'Arc. della Misericordia, Prof. Arch. Adelio Colzi, Impresario Alberto Bardazzi, Cav. Francesco Ristori Presidente Ass. Agraria, Dott. Alfonso Carlesi Presidente Giunta Diocesana, Leopoldo Pieragnoli Presidente Federazione Diocesana Gioventù Cattolica, Can. Francesco Piccardi, Cav. Uff. Avv. Tommaso Franchi, Avv. Mario Luzzi, Comm. Can. Silvio Ceccatelli, Gen. Ing. Emilio Abati, Gini Ferdinando per la Conferenza S. Vincenzo de' Paoli, Colonnello Amerigo Bertoli, Ing. Ubaldo Breschi, Prof. Vittorio Ragazzini, Dott. Vittorugo Fedi, Cav. Maestro Luigi Borgioli, Maestro Danilo Zannoni, Maestro Gustavo Vannucchi, Maestro Giorgio Gini, Maestro Guido Guasti, Maestro Giorgio Lascialfari, Maestro Giuseppe Ramalli.
 
Comitato delle Patronesse
 
Breschi Adelinda, Breschi Margherita, Bacci Ada, Bacci Giannina, Baroncelli Egle, Bacci Marina, Bertini Maria, Bardazzi Giulia, Bertoli Carolina, Bigagli Ida, Benelli Paolina, Benelli Maria, Bettini sorelle, Carlesi Annunziata, Ceccatelli Sofia, Calamai Matilde, Calamai Antonietta, Cecconi Felicina, Canestri Guglielmina, Del Lucchese Marina, Falcini sorelle, Fedi Beatrice, Faldi Jole, Giusti Marianna, Gini Maria, Gini sorelle, Prof.sa Gini Gemma, Lastrucci Maria, Mazzetti Savina, Magnolfi Ada, Martini Livia, Onofri Rosa, Piccardi Editta, Querci Emma. Rindi Margherita, Romano Alina, Rigoli Maria, Prof.sa Ragazzini Edvige, Razzoli sorelle, Salvi Cristiani Maria, Salimbeni Anita, Vannucchi sorelle, Ventisette Rosa, Vai Giuditta, Niccolai Flora.
 
Comitato Esecutivo
 
Presidente: Prof. Avv. Gino Martini, Vice-Presidente: Lastrucci Dante, Segretari: Rag. Egisto Primi, Bacci Giovanni, Vice-Segretario: P. Carlo da Prato, Provveditori: Gini Antimo, Diego Gori, Cassiere: Salinibeni Gino.
 
Bacci Carlo, Bettini Alfonso, Bertini Guido, Breschi Guido, Benelli Tullio, Benelli Ivanhoe, Bigagli Gino, Benassai Giotto, Calamai Camillo, Calamai Bruno, Ceccatelli Rag. Giuseppe, Faini Eugenio, Giovannelli Rag. Brunellesco, Gini Pietro, Guarducci Guido, Guarducci Leopoldo, Gori Giuseppe, Gini Gino, Morganti Rag. Carlo, Morganti Cav. Avv. Luigi, Mattolini Omero, Piccardi Luigi, Padre Guardiano di S. Domenico, Padre Angelo da Castel del Piano, Parretti Gennaro, Pieragnoli Gino, Rindi Guido, Santini Antonio, Targetti Gennaro, Tarli Lorenzo, Ventisette Bruno, Villani Guido.
 
 
Seguiva dopo qualche giorno il Programma dei festeggiamenti così concepito:
 
Cittadini!
 
Fervore di popolo, sentimento profondo di devozione a Dio hanno voluto che un nuovo Tempio arricchisse il patrimonio d'arte e di fede della nostra Città e che solennissima ne fosse l’inaugurazione.
 
La nobile iniziativa sorse, non senza un significato che trascende la pura necessità, nella ricorrenza del settimo Centenario Francescano.
 
Come or sono 7 secoli al Cavaliere Ardente si faceva sentire la voce del Signore «Va, restaura la mia Chiesa», così nella commossa rievocazione centenaria del Gran Santo, Prato ascoltò la voce di Dio che si levò alta e pressante perché i RR. PP. Cappuccini avessero un Tempio più decoroso per la loro feconda opera di bene. Così sul verde declinare di una delle nostre Colline la nuova Chiesa sovrasterà alla Città che lavora, come benedizione divina, nella sua artistica espressione che l'avvicina maggiormente a Dio, testimonianza nei secoli di una nobilissima gara di fede e di un appassionato sogno di amore.

 
PROGRAMMA

28 Giugno
 
Ore 20,30. Solenne triduo in preparazione alla festa predicato dal R. P. Ildefonso da Rassina Miss. Cappuccino.
 
29 Giugno - FESTA DEL PAPA
 
Ore 6. Messa e Comunione per il S. Padre. — Ore 18 Predica e S. Funzione per il Sommo Pontefice.
 
30 Giugno
 
Ore 7. Solenne benedizione della nuova Chiesa, fatta dal M. R. P. Giov. Gualberto da Firenze, Provinciale dei Cappuccini.
 
1 Luglio
 
Ore 7. Messa della Comunione Generale celebrata dal M. R. P. Provinciale.
Dalle ore 8,30 alle ore 10,30 Messe piane.
Ore 10,30 Solenne Pontificale celebrato da S. E. Rev .ma Mons. Angelo Simonetti Vescovo di Pescia.
La Corale Guido Monaco in unione agli alunni del R. Orfanotrofio Magnolfi sotto la direzione del Maestro Cav. Luigi Borgioli eseguirà la «Missa Saecunda Pontificalis» di Perosi con accompagnamento del quartetto a corda del Sindacato Orchestrale Fascista Pratese. Siederà all'Armonium il Maestro Guido Guasti. Presenzieranno l'Autorità Cittadine.
Inter Missarum solemnia discorso del M. R. P. Epifanio da S. Marcello Cappuccino, Professore di Sacra Eloquenza.
Distribuzione di un pacco ai poveri della Città.
Ore 18 Vespri solenni celebrati da S. E. Mons. Angelo Simonetti.
Benedizione Eucaristica al popolo dalla Loggetta della nuova Chiesa. Illuminazione artistica della Chiesa e delle vie.
Dalle ore 19,30 alle ore 20,30 servizio Musicale del premiato Concerto Cittadino «E. Chiti» diretto dal Maestro G. Vannucchi.
Dalle ore 21 alle 24 presterà servizio il Premiato Corpo Musicale «Pietro Borgognoni» di Pistoia diretto dal Prof. Borlenghi.
 
2 Luglio
Visitazione di Maria S.S. Titolare della Chiesa
 
Messe piane tutta la mattina. Ore 10 Messa in musica eseguita dalla «Schola Cantorum» degli Studenti Cappuccini di Firenze.
Ore 18 Vespri solenni, Predica del M. R. P. Epifanio. Benedizione Eucaristica.
 
3 Luglio
Quarto Centenario dell'Approvazione Pontificia dell' Ordine Cappuccino
 
Ore 6,30 Pellegrinaggio delle Orfanelle di S. Anna e Messa della Comunione celebrata dal Rev. Can. Comm. Silvio Ceccatelli direttore dell'Orfanotrofio. Messe lette ogni ora.
Ore 10 Messa solenne del M. Ravanello celebrata dal M. R. P. Giuseppe Calamandrei, Provinciale dei Minori, cantata dalla «Schola Cantorum» degli Studenti Cappuccini.
Ore 18 Vespri Pontificali. Discorso del M. R. P. Epifanio.
Solenne funzione di chiusura delle feste. Benedizione Eucaristica impartita dalla Loggetta della Chiesa da S. E. Mons. Angelo Simonetti. Illuminazione.
Estrazione di un premio di beneficenza. Servizio del premiato Concerto Cittadino «E. Chiti».
 
Prato, 22 Giugno 1928. A. VI.
 
IL COMITATO ESECUTIVO  
 
  
 

Pieno successo dei festeggiamenti
 
Questo si rileva chiaramente dalla lusinghiera relazione che ne fece il cortese corrispondente de La Nazione di Firenze:
 
«La nuova chiesa dei Cappuccini in sostituzione della vecchia angusta e non rispondente più ai bisogni odierni, è stata inaugurata con grandissima solennità domenica scorsa alla presenza delle Autorità locali e di S. E. Mons. Simonetti, Vescovo di Pescia.
 
Fino dal mattino, prestissimo, una vera folla di fedeli si assiepava nella nuova chiesa e si accostava ai Sacramenti.
 
Intanto un'automobile messa gentilmente a disposizione dal cav. Guido Magnolfi si recava a Borgo a Buggiano per rilevarvi S. E. Mons. Angiolo Simonetti Vescovo di Pescia, il quale era accompagnato dal suo Segretario particolare Can. Nuccio Nucci.
 
Al suo arrivo a Prato S. E. veniva ossequiata da tutti i componenti il Comitato e da tutti i Cappuccini.
 
Alle 10,30 nell'automobile del signor Alberto Bardazzi, giungevano l'on. Podestà comm. prof. Alfredo Guarducci e il gr. uff. avv. Angiolo Badiani accolti dall'applauso di tutti i presenti, e dopo essersi recati ad ossequiare S. E. Simonetti prendevano posto nella Chiesa per assistere al solenne pontificale celebrato da S. E. il Vescovo Simonetti stesso, assistito dai RR. Canonici comm. Silvio Ceccatelli, Pier Luigi Bottari e Alessandro Valaperti e dal cerimoniere Don Livio Papi.
 
Durante la messa solenne la Corale «Guido Monaco» insieme agli alunni del R. Orfanotrofio Magnolfi eseguì, impeccabilmente diretta dal Maestro cav. Luigi Borgioli, la «Missa seecunda Pontificalis» di Perosi, con accompagnamento a corda del quartetto del Sindacato orchestrale fascista pratese. La bella messa venne eseguita, sia dai bravi cantori che dall'orchestra, molto bene e gli esecutori furono molto applauditi.
 
«Inter missarum» parlò con gran foga pronunciando un bellissimo discorso il M. R. P. Epifanio da San Marcello Professore di Sacra Eloquenza.
 
Fra i moltissimi intervenuti a questa bella festa religiosa potemmo notare: Podestà comm. prof. Alfredo Guarducci, grand'uff. avv. Angiolo Badiani, Presidente della Commissione Reale della Provincia, tenente dei RR. CC. sig. Chessa e signora, prof. avv. Gino Martini, presidente del Comitato e signora, cav. Guido Magnolfi e signora, cav. Berardinelli, Agente Superiore dell' Imposte, arch. Colzi Adelio, ten. generale ing. comm. Emilio Abati, prof. Ragazzini e signora, Dante Lastrucci, avv. Giulio Bigagli, Giulio Baroncelli, Gino Salimbeni, Diego Cori, colonnello Bertoli e signora, P. Giov. Gualberto da Firenze, Provinciale dei RR. PP. Cappuccini, P. Sisto da Pisa, Giovanni Bacci, Alberto Bardazzi, e tutte le componenti il Comitato di patronesse e il Comitato Esecutivo.
 
Erano inoltre presenti le seguenti associazioni: Circolo Giosuè Borsi, Circolo Toniolo, Gioventù Antoniana, Circoli Femminili Clotilde di Savoia e Giovanna d'Arco, Federazione Giovanile Cattolica con il suo presidente sig. Pieragnoli, Associazione Agraria con il suo Vice Direttore sig. Niccoli Niccolino e altre.
 
Dopo la messa, nel refettorio del Convento ebbe luogo una colazione alla quale oltre S. E. Simonetti e i vari componenti il Comitato con alla testa l'infaticabile Presidente prof. avv. Gino Martini, parteciparono il gr. uff. avv. Badiani, il cav. Magnolfi Guido, l'architetto Colzi, il Maestro cav. Borgioli, altri pochi invitati e l'intera comunità dei Cappuccini.
 
Durante la mensa vennero pronunziati diversi discorsi dall'avv. prof. Gino Martini che fu felicissimo nella sua indovinata improvvisazione, dal Padre Provinciale, dall'avv. Badiani il quale a nome del costruttore sig. Alberto Bardazzi consegnò all'architetto Colzi una ricca medaglia d'oro, da P. Sisto da Pisa il quale oltre che storico profondo si rilevò anche un ottimo oratore ed un poeta arguto e caustico, dal sig. Dante Lastrucci e da altri. Tutti i discorsi densi di fede e d'entusiasmo per l'opera magnifica sorta in brevissimo tempo, furono applauditissimi.
 
Nel pomeriggio ebbero luogo i vespri solenni e la sera sulla piazzetta della Croce prestò servizio, alle 19, il Concerto Cittadino «E. Chiti» diretto dal Maestro Gustavo Vannucchi che svolse uno scelto e applauditissimo programma musicale, ed alle 21 il premiato corpo Musicale «Pietro Borgognoni» di Pistoia che sotto la direzione del prof. Borlenghi eseguì magistralmente alcuni brani che suscitarono vivo entusiasmo fra la folla che per tutta la giornata affluì al nuovo santuario.
 
La sera la Chiesa presentava un colpo d'occhio magnifico ed aveva un aspetto indimenticabile rivestita com'era di miriadi di lampadine artisticamente disposte da un mago dell'illuminazione: Livio Masi dì Poggio a Caiano.
 
Il pubblico continuò il suo pellegrinaggio fino ad ora tardissima».
 
  
 

La chiusura dei festeggiamenti
 
«Fervore di popolo e sapienza di organizzatori — i quali meritano viva e pubblica lode — che ha saputo vincere ostacoli sopra ostacoli, han fatto sì che i solenni festeggiamenti svoltisi in occasione dell'inaugurazione e dell'apertura al culto della nuova Chiesa dei RR. PP. Cappuccini, riuscissero veramente imponenti e degni della circostanza.
 
In questi giorni il nuovo Tempio è stato continuamente affollato di fedeli i quali ne hanno ammirata la linea semplice e severa e la struttura snella ed elegante nelle quali così bene è stato fuso lo stile romanico con quello gotico.
 
Ieri sera poi, alla solenne funzione di chiusura dei festeggiamenti una folla immensa si era riversata in Via Umberto I, località preferita dai buoni pratesi per la loro passeggiata, assistendo con grande devozione alla solenne benedizione eucaristica impartita alle 21,30 dalla loggetta della Chiesa da S. E. Mons. Angelo Simonetti Vescovo di Pescia, dopo i Vespri pontificali, cantati inappuntabilmente dagli studenti Cappuccini.
 
Dopo la benedizione venne cantato il Te Deum, mentre sulla piazzetta della Croce, Il Concerto Cittadino «E. Chiti» diretto dal Maestro G. Vannucchi, svolgeva uno scelto programma musicale che venne applauditissimo.
 
Il Tempio e le vie adiacenti che erano fantasticamente e sfarzosamente illuminate, presentavano un aspetto imponente ed un magnifico colpo d'occhio.
 
L'animazione continuò fino ad ora tarda nella quiete abituale circondata dal silenzio dei monti vicini e dalla corona dei cipressi ultracentenari».
 
Così l'egregio corrispondente de La Nazione.
 
Ma la cosa più consolante -aggiungiamo noi- fu il gran numero di SS. Comunioni dispensate durante quei giorni solenni, come pure consolanti furono i Pellegrinaggi delle Congregazioni del Terz’Ordine Francescano di S. Giorgio e S. Maria a Colonica, di Capalle, di Bacchereto e particolarmente di Bonistallo e Tavola, i cui pellegrini a guisa degli antichi pellegrini vennero a piedi alla nuova Chiesa.


Una parola serena
 
Scrive ancora a buon conto l'illustre Avv. Badiani.
 
«La costruzione della nuova chiesa dei Cappuccini ha fatto pensare a molti se non sarebbe stato possibile in passato adottare qualche provvedimento per conservare inalterata ai pratesi la quieta visione del piccolo convento ai piedi della collina sotto l'ampio scenario della selva di cipressi. La risposta è semplicemente affermativa poiché le disposizioni di legge sulla tutela del paesaggio hanno ampiezza tale da permettere un tale provvedimento. Deve però osservarsi che nel caso nostro sarebbe occorso fare assoluto divieto di qualsiasi costruzione per una zona assai ampia, in modo che la veduta del convento e della sua selva rimanesse libera fino dalla casa nativa di Sem Benelli e che quindi si doveva interdire tutta la costruzione del nuovo quartiere cittadino che oggi va avvicinandosi alla collina: da un lato adunque la spesa di quel provvedimento sarebbe stata ingente: dall'altro si sarebbe privata la città della più simpatica zona di espansione edilizia. Oggi, dopo costruito le prime ville nel recinto adiacente al convento, la veduta tradizionale di questo era già scomparsa: la nuova chiesa ha forse salvato di essa tutto quel che si poteva salvare poiché probabilmente le costruzioni si arresteranno e si stenderanno ai lati, lasciando libera la veduta centrale, arricchita con la nuova costruzione che conserva, nonostante la sua imponenza, una singolare espressione di semplicità francescana.
 
È accaduto quindi al vecchio convento dei Cappuccini di Prato quello che è avvenuto a tutti i santuari prossimi alle città e che sono stati raggiunti dall'espansione edilizia di esse.
 
Non si può conservare la quiete e la solitudine dove ferve la vita e pulsa l'attività cittadina. Anche la costruzione della chiesa dei Cappuccini è un segno di questa attività che si traduce anche nel campo spirituale e sostituisce ai piccoli oratori le più ampie chiese richieste dall'aumento della popolazione e dall’incremento delle prossime costruzioni.
 
Con la nuova stazione ferroviaria tutta la zona a monte della ferrovia fino alle colline offrirà sede per un nuovo quartiere di abitazioni civili e la conservazione in mezzo ad esso di un tranquillo scenario, quale era il convento dei Cappuccini in passato, diviene cosa inconcepibile.
 
Bisogna quindi, tanto in questa come in altre cose sorpassate, contentarsi del ricordo e lasciare che il mondo continui nella sua via. Anche a Firenze la quiete di Montughi è cessata con la costruzione delle nuove abitazioni lungo la via Vittorio Emanuele, come a Roma il vecchio convento dei Cappuccini di via Veneto, conservato sino a pochi anni or sono coi suoi orti pensili e il suo ampio caseggiato, nel fervore della vita metropolitana, ha ceduto il posto a nuovi grandiosi edifici alberghieri. È rimasta solo la Chiesa con le sue pitture di Guido Reni e le sue sepolture di uomini illustri. Il mondo cammina e non lo si può fermare: il mondo cambia e bisogna lasciarlo fare contentandosi solo di farlo cambiare in bene, quando ciò sia possibile. È quel che hanno fatto in sostanza i Cappuccini di Prato quando hanno visto la loro solitudine avviarsi a cessare. Hanno nascosto il vecchio piccolo convento dietro una grande chiesa che è insieme la difesa del loro volontario isolamento dal mondo e l'affermazione della loro volontà di conservare in questo nuovo mondo che cresce la loro storica missione spirituale coi nuovi mezzi corrispondenti alla maggiore intensità della vita locale.
 
Con questo significato salutiamo la nuova chiesa passando sopra ai ricordi del passato».
 
  
 

E sempre avanti!
 
Noi raccogliamo le saggie parole dell'illustre avv. A. Badiani e con esse terminiamo questi brevi cenni.
 
I Cappuccini vivranno ancora — come vissero pel passato — volontariamente isolati dal mondo, ma conserveranno ancora la loro storica missione spirituale, continueranno in questo mondo che cresce il loro apostolato di fede e di amore coi nuovi mezzi corrispondenti alla maggiore intensità della vita locale. Ogni Cappuccino sarà un Padre Cristoforo che si farà tutto a tutti, che saprà anche, se Dio vuole, immolarsi per il bene dei fratelli, come già fecero altri antichi Cappuccini. Ricordiamolo noi Pratesi e siamone grati agli umili figli di S. Francesco. Nella Cappella di S. Rocco, dove prima era un cimitero, a Porta Fiorentina, si legge questa Iscrizione:
 
A Dio Ottimo Massimo.
 
«Qui attendono l'ultimo giorno seicento salme tolte via dalla pestilenza, tra cui quelle di tre pietosi Cappuccini con un Minore dell'Osservanza, deputati all'amministrazione dei Sacramenti per cura ed a spese della società del Pellegrino, i quali come furono congiunti in vita col vincolo della carità, neanche in morte sono stati divisi: 1631».
 
Questi tre, eroi rispondono ai nomi benedetti di P. Michelangelo da Lucca della nobile famiglia Cardosi, di P. Francesco da Prato della nobile famiglia Cepparelli, predicatore valoroso, di P. Stefano Neri, sacerdote novello, anch'egli nostro concittadino.
 
Essi volontariamente si dedicarono all'assistenza dei poveri appestati e lieti sacrificarono la propria giovinezza per la salvezza spirituale e corporale dei prossimi, e come allora anche oggi ed ogni qualvolta lo richiederà il bene dei fratelli i Cappuccini — i frati del popolo — continueranno l'opera dei Padri loro, immolandosi ancora col divino aiuto per amore, aggiungendo altri nomi gloriosi al martirologio della carità.
 
Sempre avanti nel bene e per il bene!
 

Nomi dei Cappuccini del Convento di Prato, quali con la loro operosità ed abnegazione hanno cooperato all'erezione della nuova Chiesa.
 
P. Francesco da Seggiano
Diego da Frassineto
Angelo da Casteldelpiano
Dalmazio da Casteldelpiano
Andrea da Casteldelpiano
Enrico da Firenze
Ferdinando da Casteldelpiano
Maurizio da Caprese
Giovanni da Baggio
Eugenio da Gavinana
Carlo da Prato
Luigi da Cortona
Samuele da Prato
Vincenzo da Casteldelpiano
Ildefonso da Rassina


Benefattori della chiesa

Dott. Alfonso Carlesi
Bigagli Gino
Ventisette Bruno
Lastrucci Dante
Avv. Ciro Cecconi
Battisti Angiolo
Spett. Ditta Romei
Signori Gorini – Valecorsi
Fratelli Cafissi
Cavaciocchi Ferdinando
Cavaciocchi Gino
Lucchesi Guido
Squilloni Roberto
Fiorelli Francesco
Cav. Dott, G. Magni
Cav. Giulio Berti
Signore Falcini
Campolmi Augusto
Cav. Uff. G. Valaperti
Coppini Elia
Benassai Giotto
Andrei Emilio
Spett. Ditta «Il Fabbricone»
Targetti Gennaro
Mazzetti G. - P. S. Trinita
Mazzoni Luigi
Bonechi Adolfo
Bonechi Sebastiano
Palloni Norma
Limberti D. Giovacchino
N. Uomo Ferdinando Vai
Avv. Cipriano Cipriani
Bellandi Vittorio
Avv. Guido Perini
Unione Industriale Fascista
Panerai Dina
Ciabatti Aldo
Famiglia Piccini
Landi Anna
Becherini Paolina
Becherini Annunziata
Morelli Francesco
Bertini Emilio
Pacchiani Ernesta
Francini Alfredo
Bardazzi Foresto
March. L. Gherardi
Franchi Foresto
Franchi Orlando
Figli di M. Calamai
Fratelli Querci
G. Magni e Magheri
Fanti Zanobi
Querci Emma
Rag. G. Ceccatelli
Contessa L. Leonetti
Spett. Ditta Pecci
Spett. Ditta Cangioli
Spett. Ditta Zampoli
Spett. Ditta Sbraci
Guasti Elena
Circolo G. «G. Borsi»
Melani Antonio
Cav. Guido Magnolfi
Prof. Vittorio Ragazzini
D. Giov. Batta e C. Bacci
Salimbeni Gino
Vannucchi Ofelia
Coppini Martino
Santini Antonio
Bigagli Ida
Avv. Giulio Baroncelli
Fratelli Breschi
Dott. Victorugo Fedi
Arch. Prof. A. Colzi
Impresario Bardazzi Alberto
Famiglia Gini
Famiglia Piccardi
Calamai Bruno
Calamai Camillo
Rag. Primi Egisto
Signora Gaeta di Firenze
Rindi Guido
Famiglia Ciardi di Galciana
Conte E. Lombardo
Signore Bartarelli
Terziarie Francescane
Terziari Francescani
Tarli Giuseppe
Famiglia Faldi
Famiglia Niccolai
Famiglia Razzoli
Ciatti Paolo
Bartolozzi Giulio
Papini Egidio
Chini Anselmo
Municipio di Prato
Spett. D. Camerino Mariotti
Bettini Alfonso
Saccenti Paolo
Comm. B. Calamai
Magnolfi Paolina
Castellani Teresa
Cecioni Angiolina
Bertini Maria
Pasculli A. di Bari
Polvani L. di C. Fiorentino
Luzzi Rosa
Mariotti Elvira
Nuti Billi Giovannina
Borgoni Anna
Mugnaioni Giuseppa
Magli Anna
Baronessina E. C. di Lanciano
Cafissi Emma
Prop. Paponi di Tito
Benelli Lucia
Santi Melani Raffaello
Castellani Santi
Monte dei Paschi
Cav. Dott. C. Calamai
Salvi Cristiani Maria
Onofri Alighiero
Comitato dei festeggiamenti
(Con approvazione ecclesiastica)
La nuova chiesa (Fot. Ceccatelli)

Foto risalente ai giorni dell'inaugurazione, nell'estate del 1928; da notare rispetto allo stato attuale:
  • Si intravedono ancora le file di lampadine che illuminavano a festa l'edificio (archi, e sul profilo del tetto).
  • L'ingresso laterale al convento, con la tipica tettoia sul portone, rimossa nella ristrutturazione del 2014.
  • La scalinata di cemento, priva di passamano. Sostituita negli anni 70 con una molto meno ripida in pietra serena.
  • Le finestrelle al lati dell'ingresso che avrebbero dovuto essere completate con bassorilievi di terra invetriata e che sono rimaste così fino ai giorni nostri.
  • La croce sul colmo della facciata, molto più grande e di forma diversa rispetto a quella attuale.




Interno della nuova chiesa (Fot. A. Calamai)

Foto risalente ai giorni dell'inaugurazione, nell'estate del 1928; da notare rispetto allo stato attuale:
  • L'unica fila di panche, invece dell'odierna doppia fila con corridoio centrale.
  • Assenza delle balaustre all'ingresso delle cappelle laterali.
  • Assenza della balza affrescata in chiesa, già presente nelle cappelle.
  • Assenza della "via crucis" alle pareti.
  • Altare e ciborio notevolmente più ricchi, assenza del crocefisso.
  • Decorazione sotto l'arco centrale, oggi assente.
  • Balaustra a separazione del presbiterio.



Interno della nuova chiesa (Fot. A. Calamai)

Foto risalente ai giorni dell'inaugurazione, nell'estate del 1928; da notare rispetto allo stato attuale:
  • Altare era in posizione più alta e più a ridosso del tabernacolo.
  • La balaustra di separazione del presbiterio, oggi assente.
  • Il trittico dietro il tabernacolo con al centro S.M. delle Grazie, oggi spostato nella cappella centrale al posto di S. Fedele da Sigmaringa.
  • Il tabernacolo molto più grande e riccamente decorato.
  • Rosone affrescato sotto il ciborio, oggi assente e sostuituito da un grande crocefisso in legno.
  • Decorazione sotto l'arco centrale, oggi assente.

Tutta questa zona è stata largamente modificata alla fine degli anni sessanta per dar seguito alle nuove indicazioni del Concilio Vaticano II.
Lo spostamento dell'altar maggiore in modo da poter celebrare la SS. Messa rivolti verso il popolo di Dio, la rimozione della balaustra che difendeva il presbiterio, lo stile più sobrio.
Spicca oggi la presenza del crocefisso, prima minuscolo e appena percepibile nella foto (sopra il trittico)
Ed il quadro di S. M. delle Grazie appena sotto il crocefisso e prima inglobato nel trittico.


Cappella di S. Lodovico Re di Francia, Patrono dei Terziari Francescani (Fot. A. Calamai)

Foto risalente ai giorni dell'inaugurazione, nell'estate del 1928; da notare rispetto allo stato attuale:
  • La cappella oggi è intitolata a S. Antonio da Padova, la statua di S. Ludovico (in gesso) è scomparsa ed è stata sostituita da quella, più piccola, in legno di S. Antonio.
  • La corince lignea che adornava la statua di S.Ludovico e quella di S. Elisabetta sembra rimasta solo in quetsa capella.
  • Assenza della balaustra all'ingresso della cappella.
  • Dalla foto si evince l'assenza della bussola che oggi ingombra gran parte dell'ingresso principale.
  • All'acquasantirea è assicurata la corda che doveva oscurare il rosone il giorno del Venerdì Santo.

Via Diaz 13 - 59100 Prato - Per informazioni 349/4021570
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